THE ITALIAN CHAPEL

Nella conferenza di mercoledì 1 febbraio i nostri Mirco e Rossana hanno trattato un tema  molto interessante e forse anche poco conosciuto ed è per questo che noi del Martinetti desideriamo condividere con voi questo bellissimo argomento.

THE ITALIAN CHAPEL – ISOLE ORCADI

La Cappella italiana, conosciuta anche come il “Miracolo del campo 60” è un piccolo edificio di culto costruito sull’isoletta di Lamb Holm, nelle Isole Orcadi, in Scozia. The italian Chapel è tutto ciò che resta del campo di prigionia nel quale, durante la II guerra mondiale, rinchiusero molti italiani impiegati nella costruzione delle Churchill Barriers, ovvero quattro sbarramenti anti-sommergibile nella baia di Scapa Flow, tutt’oggi visibili e che richiamano turisti da ogni parte del mondo.  Duecento italiani, catturati in Nord Africa e deportati sull’isola, alloggiavano al “Campo 60” di Lamb Holm e nel 1943 il maggiore Thomas Pyres Buckland, nuovo comandante del Campo e padre Gioacchino Giacobazzi, sacerdote cattolico del campo, concordarono sulla necessità di realizzare un luogo di culto così nel loro tempo libero i detenuti del Campo 60 cominciarono a dedicarsi alla costruzione di questa cappella usando solo rottami, scarti ed un pò di cemento. La chiesetta venne realizzata tra il 1943 e il 1945 e completata nell’immediato dopoguerra. Le opere principali si devono a Chiocchetti (pittore) e Palumbi (abile fabbro). Chiocchetti trasformò due baracche in una chiesa vera e propria e rimase per terminare i lavori anche quando molti prigionieri, Palumbi compreso, tornarono a casa alla fine della guerra.

The Italian Chapel

I prigionieri italiani

Nel 1958 un gruppo di cittadini orcadiani costituì un comitato per il restauro della cappella, che suscitò interesse sulla stampa, tanto che nell’estate del 1959 la BBC realizzò un servizio e intervistò Domenico Chiocchetti rintracciato nella sua città natale. Nel 1960 Domenico Chiocchetti tornò sull’isola per tre settimane per assistere e contribuire personalmente al restauro della cappella. Nel 1964 tornò di nuovo, stavolta con la moglie, e portò in dono le 14 stazioni della VIA CRUCIS, intagliate nel legno a Moena e ancora oggi appese ai lati della navata. Poi, un’ultima volta nel 1970, con i due figli maggiori, che sognavano da tempo di vedere con i loro occhi quell’isoletta e di toccare con mano quella piccola chiesa, di cui il padre aveva sempre parlato.

Nel 2014 in occasione del 70º anniversario della realizzazione della cappella, Papa Francesco ha inviato una speciale benedizione e alla messa speciale ha partecipato Angela Chiocchetti, figlia di Domenico. Palumbi invece non seppe mai che la chiesetta fosse ancora in piedi e morì nel 1980, col sogno di poter rivedere l’isola.

Affresco raffigurante la Madonna col Bambino

La Cappella, che è in una location unica e pur essendo piccola risulta imponente, venne costruita utilizzando gli scarsi materiali a disposizione dei prigionieri che unirono due baracche Nissen l’una all’altra. L’interno ondulato fu ricoperto di cartongesso e la ringhiera fu realizzata con del calcestruzzo proveniente dal cantiere delle Churchill Barriers. La facciata, che nasconde la forma della baracca è in cemento e fa apparire l’edificio come una chiesa tradizionale. Domenico Chiocchetti, originario di Moena in provincia di Trento, realizzò la maggior parte della decorazione interna e rimase sull’isola anche dopo la fine della guerra, per completare l’affresco dell’abside della cappella, che rappresenta la Madonna col Bambino copia della celebre Madonna dell’Olivo di Nicolò Barabino che noi genovesi possiamo ammirare nella chiesa della Cella di San Pier D’Arena. Alla sinistra dell’altare è raffigurato un angelo che tiene in mano lo stemma comunale di Moena: una barca che, uscendo da una tempesta, procede verso il sereno. Gli altri prigionieri decorarono il resto della cappella.

Giuseppe Palumbi eseguì in soli quattro mesi l’imponente cancellata divisoria dell’abside in ferro battuto, mentre le lampade del soffitto furono realizzate con barattoli di carne di manzo in scatola e la fonte battesimale nacque da una carcassa di automobile rivestita da uno strato di cemento.

L’Italian Chapel è oggi un monumento classificato di categoria A e una popolare attrazione turistica delle Orcadi.

 

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