CONTINUANO LE VISITE ALLE CHIESE DI GENOVA

Continuano le visite alle Chiese di Genova e Mercoledì 24 gennaio 2024 andremo a visitare la Chiesa di San Marco al Molo. L’appuntamento con il Dr Piacenza e la responsabile di Auser Martinetti, sig. Remaggi, sarà alle 15,30 in prossimità dell’edicola di Piazza Caricamento. Vi aspettiamo come al solito numerosi

LA CHIESA DI SAN MARCO AL MOLO nasce nella zona più antica del porto. La denominazione “al molo” indica proprio la sua vicinanza con l’attracco nella zona del Mandraccio. Qui una gettata di grosse pietre si estendeva per un centinaio di metri correndo parallela alla riva del mare proteggendo le navi e il porto dalle mareggiate. In questa zona, inoltre, si trovavano le sedi delle corporazioni dei mestieri legati al porto e la dogana, la prima d’Italia; qui c’erano anche i presidi armati e la casa del boia.

La chiesa venne eretta al tempo dell’arcivescovo di Genova Ugone della Volta (ossia tra il 1163 e il 1188), probabilmente su richiesta di coloro che lavoravano e vivevano nel nuovo quartiere di servizi portuali che proprio in quel tempo andava formandosi per iniziativa del Comune nei pressi dello scalo del Mandraccio. Un documento datato 16 gennaio 1173 informa che i Consoli di Genova concessero un piccolo lotto di terreno ad un certo Striggiaporco, figlio di Giovanni Nepitelli, affinché edificasse la una chiesa nel quartiere del Molo, al margine dell’area portuale. Ottenuta l’autorizzazione, lo Striggiaporco fece costruire la chiesa, dedicata a San Marco, patrono della rivale Venezia. La costruzione si concluse nel 1177 e il suo fondatore, morto nel 1178, fu sepolto in una tomba all’ingresso della chiesa.

Nel XVI secolo con la realizzazione delle mura cinquecentesche la chiesa si trovò ad esserne completamente circondata: la cortina delle mura passava proprio accanto al lato nord della chiesa, separandola dalle calate portuali, a cui si accedeva attraverso la monumentale “porta del Molo”, o “porta Cibaria” (termine col tempo deformato in “Siberia”) oppure per la più piccola “porta della Marinetta”, adiacente alla chiesa. In questa circostanza fu probabilmente capovolto l’orientamento della chiesa (l’ingresso attuale si trova dove in origine c’era l’abside).

Per secoli, fino alla metà dell’Ottocento, il Molo Vecchio fu uno dei luoghi deputati alle esecuzioni capitali a Genova e i condannati, prima di essere giustiziati, ricevevano l’ultima benedizione dal parroco di San Marco. Una lapide nella chiesa, datata 1654, riferisce che il parroco di San Marco si era assunto l’impegno perpetuo di celebrare una messa di suffragio per i condannati a morte ogni sabato e il 2 novembre di ogni anno.

 

Durante la seconda guerra mondiale le esplosioni avvenute nel porto causarono gravi danni ai muri perimetrali ed alle coperture. Il restauro attuato tra il 1947 e il 1948 ha ripristinato le strutture interne originarie; durante i lavori vennero alla luce tracce delle fondamenta dell’abside originario, in corrispondenza dell’attuale ingresso principale, confermando così il capovolgimento dell’orientamento rispetto alla primitiva costruzione romanica. Durante questi interventi venne anche ritrovata la base ottagonale della “torre nolare”, tipica del romanico arcaico, di forma ottagonale (simile a quello della chiesa di S. Donato) che fu demolita nel 1783 perché pericolante e successivamente sostituita con l’attuale campanile a torre.

Nuovi restauri sono stati condotti nel 2002, mentre più recentemente è stato ripristinato nel lato a nord della chiesa l’antico accesso diretto dal Porto Antico, attraverso le mura cinquecentesche.

La facciata principale, affacciata su piazza di San Marco, risale al 1594 ed ingloba il portico medioevale costruito nel 1346 a ridosso di quella che era allora l’abside della chiesa e che era utilizzato per le riunioni della “conestagia” (circoscrizione amministrativa della Genova medioevale).

Sul fianco sinistro, lungo via del Molo sono murate alcune iscrizioni ed un bassorilievo raffigurante il leone di San Marco, strappato alla città di Pola nel 1380, quando i Genovesi saccheggiarono la città Istriana, durante la cosiddetta guerra di Chioggia.

All’interno sono custodite importanti opere scultoree e pittoriche tra cui l’Assunta, statua lignea di Anton Maria Maragliano (1736), la Madonna e i santi Nazario e Celso, gruppo marmoreo di Francesco Maria Schiaffino (1735), commissionato dalla corporazione degli Stoppieri (calafati) e

il Martirio di Santa Barbara, opera giovanile di Domenico Fiasella (1622), commissionato dalla corporazione detta dei Bombardieri (addetti alla costruzione e all’uso delle artiglierie).

Ed ora non ci resta che augurarvi buona passeggiata!

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